I convegni sulla surrogazione di maternità
Società italiane di varie figure professionali (e non) femminili, centri universitari sul gender, o altri centri studi promuovono da un paio d’anni a questa parte numerose iniziative sulla surrogazione di maternità, chiamata in vari modi e sempre legittimata da fior di femministe. Si sono tutte bevute la balla dell’autodeterminazione? Lo faranno anche il 25 a Torino?
Ormai di routine scrivo lettere simili a questa, inviata a promotori e partecipanti all’iniziativa di domani:
care colleghe, prendendo atto del fatto che mai in simili occasioni vengo invitata, benché sia l’accademica italiana con più ricerca e pubblicazioni sul tema surrogazione di maternità, vi segnalo i miei ultimi lavori sperando che almeno troviate il tempo di documentarvi leggendo chi da più di dieci anni riflette e da almeno cinque scrive su questa pratica:
il libro Maternità. Surrogata? per maggiori informazioni sulla Gpa, sulla sua storia e sulla sua realtà nei paesi che ammettono questo istituto giuridico: http://www.asterios.it/catalogo/maternit%C3%A0-surrogata più ricco e aggiornato, diverso nelle conclusioni dal mio precedente lavoro Contract Children. Questioning surrogacy (Ibidem 2015);
l’articolo a proposito di Gpa e movimento Lgbt: “Il Movimento LGBT e la maternità surrogata: corpi in vendita o resistenza alla mercificazione?”, in PaginaUno, lo trovate qui:
http://www.rivistapaginauno.it/;segnalo anche il prossimo convegno di ArciLesbica “Che cosa è successo alle donne?”: http://www.arcilesbica.it/scuola-lesbica-estiva/
mi sembra che si stia passando un po’ troppo velocemente a riflessioni tecnico-giuridiche su quello che, come anche il vostro titolo segnala, è un tema di grandissima rilevanza sociale, terreno di scontro tra concezioni diverse dei riflessi giuridici che deve avere la differenza di genere, oltre che le disuguaglianze socio-economiche.
immagino che i mancati inviti, tra cui il vostro, siano dovuti ai veti di Famiglie Arcobaleno. Questa associazione, di cui Marco Gattuso è un esponente, ha sottoscritto un documento in cui si richiede alle donne l’obbligo di separarsi dalla prole se la gravidanza è cominciata con una loro promessa (per cui FA vuole introdurre un valore legale, che di fatto impedisce una vera autodeterminazione) 12 parameters for the ethical use of surrogacy, settembre 2016 http://www.menhavingbabies.org/advocacy/ethical-surrogacy/
mi auguro che il futuro dibattito non faccia sconti a un’associazione che si propone di calpestare in questo modo la volontà delle “portatrici” che diventano madri e vogliono continuare ad esserlo.
testimoniare i “casi felici” distoglie l’attenzione da quelli, numerosi anche se non maggioritari, in cui i neonati vengono separati dalle madri non solo contro la loro volontà, ma contro la volontà delle madri stesse (ma in questioni di violenza di questa gravità non è la frequenza a contare).
ciò è possibile perché la gpa (come dice il suo nome: gestazione per altri) non è un atto volontario di donne autodeterminate, ma un contratto in cui le donne si obbligano a cedere neonati in cambio del denaro che ricevono (le altre componenti, sociali, dello scambio possono essere o non essere presenti).
FA è composta da coppie maschili che sono nella loro totalità (mi baso sulla loro presa di parola pubblica) diventati padri in virtù di questi contratti, e non certo della libera volontà di donne autonome – a meno di non volere identificare, à la neoliberale, la firma di un contratto come la massima espressione di autodeterminazione, non importa il suo contenuto
richiamo la vostra attenzione anche su questo commento di un sito di informazione gay al più recente caso di cui la stampa ha dato notizia, significativo per la connotazione data ai protagonisti della terribile vicenda: http://www.gay.it/attualita/news/gpa-madre-surrogata-cambia-ideacordialmente
daniela danna