articoli utili

Interessantissimi anche i commenti: https://www.sinistrainrete.info/societa/21185-nicola-casale-ancora-sulla-maledizione-pandemica-che-ha-colpito-la-sinistra-di-classe-i.html

https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21193-andrea-zhok-incubo-orwelliano.html

https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21702-sonia-bibbolino-lettera-ai-compagni.html (sottoscrivo pienamente, dopo le reazioni censorie e insultanti della maggior parte dei “compagni” di Sociologia di posizione e Sociologia pubblica alle mie considerazioni sullo stato di emergenza pseudosanitaria!)

Il Covid lungo dei banchieri centrali | La Fionda Sono d’accordo sulle conclusioni di Fabio Vighi ma non sulle premesse; ho postato questo commento su sinistrainrete – dato che all’articolo originale non è possibile farlo: 

Apprezzo l’analisi di Vighi che mette in luce la spinta economica dietro alle misure “antiCovid”, ma credo che pensare che il lavoro umano sia stato superato perché ci sono le macchine e gli algoritmi sia vedere davvero solo una parte – geopoliticamente limitata – della realtà. Viviamo in un sistema-mondo dove le macchine operano al centro mentre vengono costruite e alimentate con la forza lavoro e le risorse naturali della periferia (vedi Wallerstein e la sua scuola di scienza sociale). Le macchine non si costruiscono né operano da sole, e ha senso usarle nel capitalismo solo se i prezzi vigenti rendono conveniente sostituirle al lavoro umano, e questo può accadere solo in una parte del sistema-mondo (vedi Alf Hornborg… e speriamo che finalmente qualcuno lo traduca). E’ vero che la logica economica non esaurisce l’analisi dei movimenti della società, perché vi sono sempre anche le logiche politiche, i rapporti di potere, come la scelta della borghesia di usare energie non rinnovabili (e qui consiglio Anders Malm) o anche particolari macchine per prevalere politicamente sui lavoratori.
Ma l'”umanità superflua” è un’illusione ottica, generata del nostro punto di vista di paese centrale/semiperiferico, così come l’automatizzazione è possibile solo sfruttando il lavoro di chi le macchine le costruisce ed estrae i materiali e l’energia che sono necessari al loro funzionamento.
E quanti materiali e quanta energia serviranno per realizzare la ferrea disciplina dei sistemi digitalizzati? (materiali ed energia sottratti agli usi popolari – cosa che dovremo cominciare a rivendicare, vedi la demonizzazione del parco auto esistente e la follia della sua sostituzione con l’infrastruttura e le auto elettriche)
E per quanto tempo questa distopia del controllo totale – l’apoteosi del patriarcato direi che tratta la Natura come il maltrattante la “sua” donna – potrà durare, energeticamente e materialisticamente parlando?

e qui una pagina di antidoti – con poca evidenza scientifica purtroppo: https://www.eventiavversinews.it/tutti-i-protocolli-di-disintossicazione-da-scaricare-e-salvare/