Di che pasta sono fatti
Alcuni anni or sono Putin, ignaro che la sua voce venisse trasmessa in sala stampa, espresse grande ammirazione per il presidente israeliano Katsav, allora arrestato per ripetuti stupri (quotidiani del 20 ottobre 2006) e oggi condannato a sette anni di reclusione (marzo 2011). “Katsav si è rivelato un uomo forte”, disse l’uomo forte del Cremlino, “ha stuprato ben dieci donne! Non me lo sarei mai aspettato da lui. Ci ha sorpreso tutti, lo invidiamo”, così riferirono i giornali riportando la notizia dal quotidiano russo Kommersant.
Questa volta lo stupratore ai piani alti è un uomo che ricopre uno dei ruoli più potenti del pianeta: Dominique Strauss-Kahn, (ex) direttore del Fondo monetario internazionale, ivi candidato da Sarkozy. Un socialista (nel senso di appartenente al partito socialista francese) ai vertici dell’incarnazione stessa delle politiche neoliberiste? Perché no? Tanto non c’è differenza nelle politiche economiche. E siamo sicure che la violenza del personaggio lo abbia aiutato in questa scalata al potere finanziario. Il non tenere conto della volontà dell’oggetto del suo desiderio – o delle popolazioni assoggettate dal debito, che non possono avere alternative al neoliberismo – ridotto appunto a un oggetto di cui fruire con la violenza. Quanto alla presunzione di innocenza, notiamo che Strauss-Kahn non ha negato il rapporto, ma ha detto che la donna era consenziente: certamente una cameriera durante il suo orario di lavoro non aspetta altro che l’opportunità di accoppiarsi velocemente con un aitante sessantenne!
Il vero potere è un ruolo maschile, macho, violento, senza scrupoli. Il vero potere oggi sembra essere quello delle banche – già salvate e ora di nuovo profittevoli – e delle “istituzioni gemelle”, Fondo monetario e Banca mondiale, che decidono i prestiti “di ultima istanza” da concedere agli stati per fare fronte a crisi del debito verso banche e investitori privati. In sostanza usano i propri fondi, derivati dai pubblici danari dei paesi che ne fanno parte, per ripagare le banche private che detengono debiti che gli stati non riescono più a garantire. E quando la gestione del debito si sposta così dai privati a questi enti, in teoria pubblici, essi dettano le condizioni per schiavizzare ancora di più la forza lavoro: niente più sussidi agli alimenti, tagli ai servizi e alla sanità pubblica, la ricetta amara propinata a Grecia, Irlanda e Portogallo. La Spagna è la prossima sulla lista, ma i giovani hanno capito il gioco e ne hanno abbastanza. “Democrazia reale adesso” è il nome del movimento che dal 15 maggio si accampa alla Puerta del Sol, nel centro di Madrid. Questi ragazzi e ragazze hanno slogan nuovi: sono contro le ingenerie istituzionali che creano i “due poli” della politica, grazie ai quali non cambia mai nulla. Sono contro i “Banksters”, consapevoli che è la finanza a governare il mondo, con l’unico criterio di accumulare sempre più denaro. Sono indignati, e hanno scritto un piccolo ed esplosivo manifesto, tra i cui punti si leggono cose che nessun partito politico dice più:
> Esistono diritti inalienabili che devono essere rispettati nella nostra società: il diritto alla casa, al lavoro, alla cultura, alla salute, all’istruzione, alla partecipazione politica, al libero sviluppo personale, e il diritto al consumo dei beni necessari a una vita sana e felice.
> Lo stato attuale del nostro sistema economico e del governo non si cura di questi diritti, ed è per molti versi un ostacolo al progresso umano. (…)
> La volontà e lo scopo del sistema attuale è l’accumulo di denaro, non interessa l’efficienza e il benessere della società. Si sprecano risorse, si distrugge il pianeta, creando disoccupazione e consumatori infelici.
> I cittadini sono ingranaggi di una macchina progettata per arricchire una minoranza a cui non interessano i nostri bisogni. Noi siamo anonimi ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, perché noi facciamo andare avanti il mondo. Alla Puerta del Sol i giovani stufi si accampano da settimane facendone un’altra piazza Tahrir, chiedendo una legge proporzionale per la rappresentanza politica, il ripristino della protezione sociale, dell’istruzione e della sanità pubblica. Chiedono di avere un’alternativa. Non sarebbe una bella idea anche qui da noi?