Con Rachel Moran a Bologna, 19.11

Rachel Moran, sopravvissuta alla prostituzione e attivista per la riduzione della “domanda” di corpi da sfruttare sessualmente da parte degli uomini prostitutori, presenta a Bologna il suo libro Stupro a pagamento, imprescindibile lettura per chiunque voglia occuparsi del tema prostituzione, da molti ormai detto “sex work” per mascherare gli abusi sessuali che gli uomini pagano per fare, con donne non consenzienti – altrimenti non chiederebbero di essere pagate.
Incredibile il ritiro del logo del Comune di Bologna a questa importante iniziativa, a seguito di una campagna di esponenti del PD che hanno infamato Moran cercando di collegare il suo attivismo con l’orribile vicenda delle Maddalene – che ha avuto fine probabilmente prima che lei nascesse – e tacciando la sua proposta politica di “proibizionismo”, come se si possa parlare di “proibizionismo” nelle relazioni umane e non solo nei confronti delle cose (altrimenti anche le leggi contro lo stupro e contro la violenza domestica maschile sarebbero leggi proibizioniste!). Forse chi ritiene che difendere i corpi di chi è costretta alla prostituzione sia proibizionismo, considera i corpi delle donne come cose da usare?
D’altra parte, il ritiro decretato dal sindaco del PD diventa perfettamente comprensibile considerando le politiche neoliberali che questo partito ha portato avanti in Italia: Jobs act, “riforme” Fornero sulle pensioni, la Buona scuola, grandi opere. E’ infatti nel programma neoliberale l’estensione del mercato anche al “commercio del sesso”, in modo da tassarlo e da irregimentarlo – infatti le cosiddette sex workers non vogliono assolutamente essere sottoposte a regolamenti! I papponi che diventano “manager della prostituzione” invece hanno tutto l’interesse a regolamentare e depenalizzare – cioè cancellare il reato, e il concetto, di sfruttamento della prostituzione.
A Bologna parlerò di quanto la lettura di Moran mi abbia aperto gli occhi su un mio tema di ricerca sul quale sono stata estremamente poco critica, accodandomi a un “consenso neoliberale” di matrice postmoderna che impera nel mio luogo di lavoro: l’università (neoliberale e definanziata anch’essa…).
ps: L’iniziativa è stata organizzata da altri esponenti del PD, convinti della giustezza del “modello nordico”.
 modello_nordico
Ci auguriamo che il Sindaco di Bologna voglia rivedere la sua intenzione
Quando si lotta contro la violenza sulle donne, le giuste politiche di riduzione del danno non esimono dalla riflessione sulle cause della prostituzione e dall’azione di contrasto all’idea che il sesso sia una merce.Rachel Moran, sopravvissuta alla prostituzione, sostiene il modello abolizionista (nordico) che penalizza il cliente e non le persone prostituite, a cui invece fornisce strategie di uscita volontaria, come i sussidi per l’alloggio, l’assistenza all’infanzia, i servizi contro le dipendenze, la consulenza e le terapie olistiche, l’istruzione e formazione. L’incontro del 19 novembre sara’ la presentazione del suo libro, commentato da persone che lo hanno apprezzato e seguito dal dibattito libero.Togliere il logo gia’ assegnato del Comune a questa proposta sarebbe un segnale molto negativo, in un contesto di rischi quotidiani gravissimi corsi da donne e da ragazze che, pur non essendo vittime di tratta, finiscono nelle mani di aguzzini. Ci auguriamo quindi che il Sindaco voglia rivedere la sua intenzione.
Giovanna Camertoni,
per la Segreteria Nazionale di Arcilesbica
Dopo il ritiro del logo del Comune

E’ un gesto grave quello del Comune di Bologna che ha scelto di ritirare il logo alla presentazione del libro di Rachel Moran “Stupro a pagamento”.

E’ anche attraverso queste prese di posizione istituzionali che si conferma il diritto di accesso sessuale da parte degli uomini ai corpi delle donne e che si perpetua la discriminazione nei nostri confronti.
Il fatto che siano degli uomini gay – apparentemente disinteressati all’accesso sessuale ai corpi femminili – ad avversare questo convegno non li rende più credibili quando si ergono a pseudo difensori della autodeterminazione femminile. Tutt’altro.
Quei gay dimostrano di ignorare una volta in più la differenza sessuale
L’aggressività a cui abbiamo assistito è pari all’interesse – tutto maschile – a mantenere le donne in una condizione di piena accessibilità (accesso sessuale, riproduttivo) e di subordinazione nei vari campi in cui detengono il loro privilegio.
Descrivere la prostituzione eufemisticamente come sex work serve a coprire la realtà di molte situazioni.
Questi uomini che scendono in piazza per protestare contro il decreto Pillon non vedono come il loro comportamento nei confronti delle donne sia pienamente in linea con esso.
Stupisce il carattere sprezzante della dichiarazione dell’ass. Zaccaria, che dice di non aver alcuna intenzione di andare a sentire il convegno dove si parlerà di cose che conosce già. La città saprà comprendere e cogliere ciò che il Comune non è stato in grado di fare.

Giovanna Camertoni per la segreteria nazionale di AL.