Il giallo del coronavirus: recensione
La solita vecchia storia (anche nella Quarta rivoluzione industriale)
Dopo Il capitalismo della sorveglianza scritto da Shoshana Zuboff , un’altra donna ci chiarisce le preoccupanti trasformazioni socioeconomiche in corso: Sonia Savioli con Il giallo del coronavirus. Una pandemia nella società del controllo (Arianna Editrice 2020, euro 18.60). Questo “giallo”, in realtà un saggio molto ben documentato, risulta però primo rispetto alla monografia di Zuboff per accessibilità, sintesi, chiarezza nell’individuare moventi e colpevoli del delitto inflitto in questo funesto 2020 all’umanità intera, intesa sia come esseri umani (metà del mondo agli arresti domiciliari per mesi), sia come concetto astratto che indica le nostre peculiari positive qualità di specie. Come è possibile che gli esseri umani vengano separati, forzati a restare in casa, minacciati se non portano “dispositivi” che cancellano le loro fattezze ed espressioni, scoraggiati dalla comunicazione vis à vis, ridotti a fare qualunque cosa attraverso uno schermo (la spesa, lo svago, la socialità, la politica o quel che ne resta…) per una malattia che lo stesso Klaus Schwab, organizzatore e presedente del Forum economico mondiale che si riunisce a Davos (e vedremo poi il suo ruolo nel “giallo”), definisce “mild”, cioè leggera? Che, ricordiamolo, in Italia ha ucciso meno di 200 persone che non avessero altre patologie, mentre le decina di migliaia di morti con (e non per) coronavirus-19 avevano l’età media di 80 anni? Che, pur essendo in palese recesso, con miglioramenti nelle terapie, evitamento (si spera) degli errori medici madornali che hanno contribuito alla mortalità (come non dare l’eparina in terapia intensiva), ora incombe con nuove chiusure e restrizioni alla libertà, oltre alla sistematica distruzione delle scuole di ogni ordine e grado e alla di fatto perdurante chiusura delle università, dove si entra solo imbavagliati? Come è possibile che i media (i mediaservi li chiama infatti Savioli) non facciano distinzioni tra “contagiati” e malati, tra “positivi” e infettivi?
Si tratta – e anticiperò un poco conclusioni e svolgimento del “giallo” – di un costituendo impero delle multinazionali, di un dominio totalitario che è stato prefigurato nelle varie esercitazioni contro la pandemia da covid-19, in cui si sono escogitate misure che non lasciano alcuna scelta, e ben poca libertà. Si tratta di folli idee di “ibridazione” umano-tecnologica, compresa la costrizione ai nuovi tipi di vaccini che attivano l’Rna che si stanno progettando contro il covid-19, magari abbinati a microchip sottopelle come per le nuove generazioni bengalesi (vedi il programma ID2020). Sonia Savioli, dalla sua campagna senese, vede lucidamente e descrive con penna brillante il delirio di onnipotenza dei governanti, che ormai sono i capi delle multinazionali, che manovrano i governi per lo meno di stati anche grandi come l’Italia, la loro brama di controllo totale, la presa in giro cui siamo sottoposto per “difendere la salute” con misure che ci danneggiano (il gel sanificante per le mani è tossico, la mascherina manda in deficit di ossigeno, l’isolamento sociale in depressione), il terrore cui ci sottopongono dai pulpiti mediatici. E le sue fonti sono quelle originali, sono i documenti che questi stessi autonominatosi arbitri dei destini del pianeta pubblicano.
Sono interessi economici, organizzati dalle multinazionali del Forum economico mondiale (e nel “giallo” trovate nomi, cognomi e curricola), che stanno dietro al giallo covid-19, che altri chiamano il Grande evento covid-19, o lo spettacolo pandemia, seguendo l’analisi di Guy Debord della “società dello spettacolo”. È la Quarta rivoluzione industriale, che dovrebbe risolvere la Grande stagnazione in corso, grazie a capitali pubblici (cioè indebitamento, da scontare con la riduzione di quel che resta dello stato sociale) utilizzati per grandi opere, digitalizzazione di tutto, espulsione di costosa forza-lavoro a favore della robotizzazione della produzione. Se masticate l’inglese, leggetevi che cosa ne scrive il già menzionato Klaus Schwab in questa disamina delle sue teorie e prescrizioni a proposito del “Grande reset” che incombe: https://winteroak.org.uk/2020/10/05/klaus-schwab-and-his-great-fascist-reset.
Savioli come detto vive in campagna, e in ogni capitoletto, un diario quasi quotidiano del periodo “dell’emergenza”, descrive i problemi portati al suo podere, agli animali domestici e selvatici, e alla campagna in generale, insieme alle notizie dalle parti più povere del mondo, da quei tropici devastati dall’inasprimento del clima, che aumenta la sua turbolenza come l’acqua che bolle in una pentola quando si alza il fuoco, cioè la temperatura media globale.
Ma questa Quarta rivoluzione industriale dell’internet delle cose (che spiano le persone) attraverso il 5G è sempre la vecchia storia della guerra dell’Uomo alla Natura, uomo inteso come esemplare maschio della specie teso alla gerarchizzazione, all’oppressione, al dominio fuori controllo, coadiuvato da molti esemplari femminili, certo, ma spinto da quel principio guerriero di morte che ha inaugurato il patriarcato con le sue devastazioni del principio femminile, delle donne e degli schiavi, della Natura. L’espulsione dall’orizzonte sociale del principio femminile della vita e della sua difesa e prosperità a favore del disprezzo e della diffidenza per ciò che è naturale e per le donne ad esso assimilate ha portato ora alla moltiplicazione del denaro come unico obiettivo sociale (è il neoliberismo), e al tentativo di cancellazione di tutto ciò che è comune, comunità, democrazia, salute degli umani e dell’ecosistema.
Il giallo del coronavirus è un libro imprescindibile per capire il presente, e per organizzarsi e resistere alla dittatura globale delle multinazionali.
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-giallo-del-coronavirus.php