Incontro alla Masseria Sant’Anna, Monopoli
Dal 31 luglio al 2 agosto Arcilesbica organizza un incontro su Il capitale disumano: può vivere solo chi se lo merita
Il significato di felicita’ dal punto di vista critico femminile nella crisi della società a mercato totale
Come dicono le assicurazioni, le persone hanno un prezzo che si calcola in base all’età, alla professione, al sesso, all’area geografica del mondo.
Si vendono oggetti, voti, rapporti. La competizione ci fa rivali, la conquista anche della penuria spetta a chi dimostra di meritarla, cioè a chi serve meglio i profitti. L’economia sovrasta ogni scelta: si può, se si può pagare: la pensione, lo studio, la vita adulta, la salute. Ogni esperienza è ormai trascinata nella prestazione mercificata.
Le donne in Italia, divenute cittadine solo 70 anni fa, sono oggi le prime incoraggiate alla meritocrazia per non essere espulse dal mercato del lavoro e per non perdere l’autonomia. Per noi la meritocrazia, oltre ai sacrifici fino alla rinuncia ai diritti, comprende in più l’adesione alla femminilità immaginaria, la seduttività è parte integrante della messa in campo di sé utile ad acciuffare un posto nel mondo.
La femminilità istituita dagli uomini come tregua per gli uomini stessi dai conflitti, come parentesi introspettiva, come evasione, oggi lascia forse il posto alla femminilità come tregua per gli uomini ma dentro la competizione. Le lesbiche prive di utopia non si sottraggono ai valori dominanti della ricchezza e della femminilità, cercando la felicità dove indicato dal capitale disumano, cioè dove essa non c’è.
Come sottrarre alla compravendita qualche parte della vita e come creare un’economia della gratuità? Come esprimere una ricerca del soggetto lesbica fuori dalla femminilità obbligatoria?
Ci sarò con una relazione:
I confini del mercato
Viviamo in un’economia-mondo capitalistica, secondo l’analisi di Immanuel Wallerstein e della sua scuola di scienza sociale (tra gli altri, Giovanni Arrighi, Beverly Silver, Chris Chase-Dunn, Alf Hornborg), basata sulla logica del profitto e sull’accumulazione di quello che Hornborg chiama La Macchina o tecnosfera: ciò che scambia materie prime ed energia con rifiuti e prodotti termodinamicamente degradati dal ciclo di vita sempre più breve, e dalla dubbia utilità sociale.
La trasformazione in merce di ogni cosa è l’obiettivo di questa organizzazione sociale, perché solo la merce garantisce il profitto (l’acccrescimento della quantità di denaro inizialmente investito: D-M-D’) che sta alla base degli obiettivi politico-economici dei più vari gruppi umani, gerarchizzati dal paese egemone del sistema-mondo e dai suoi gruppi di potere monopolistico, che guidano multinazionali e governo. L’aspirazione alla “crescita” significa crescita di ciò che passa attraverso il mercato e a cui viene dato un valore monetario: questo misura il prodotto interno lordo (PIL) che “bisogna” aumentare a tutti i costi. Solo nelle nicchie di questo sistema si può cercare una valutazione a misura di donna invece di un prezzo, e ricercare un’autenticità di rapporti umani che superi le gerarchie economiche di classe (naturalmente anche solo perseguendo una condivisione del potere invece di un suo accentramento, nei piccoli come nei grandi gruppi), nell’attesa e costruzione di opportunità storiche per il suo rovesciamento. Il mercato può certamente soddisfare dei bisogni umani, ma ne conosciamo sempre il vero prezzo, oltre a quello monetario? Come caso particolare voglio proporre una riflessione sulla pratica della “maternità surrogata”, in cui il ricorso al mercato per soddisfare un’aspirazione di genitorialità presenta molti risvolti discutibili in una prospettiva di difesa della libertà delle donne.
Nell’incontro sono benvenute le domande di chiarimento e le discussioni sui punti toccati da questa presentazione e dalle letture proposte (1) L’ecologia spiegata agli esseri umani di Daniela Danna, 2014; 2) “La crisi nel sistema-mondo moderno. Biforcazione, caos e alternative”, cap. 5 di Comprendere il mondo. Introduzione all’analisi dei sistemi-mondo, di Immanuel Wallerstein, Asterio editore, Trieste 2006; 3) Introduzione a Contract children di Daniela Danna, Ibidem, Stoccarda 2015 ).