Tag: maternità surrogata

Il nuovo volto del patriarcato

Il nuovo volto del patriarcato. Tutto cambia perché nulla cambi, antologia a cura di Daniela Danna, scaricabile qui e stampabile in A4

Mater Iuris: il libro

     http://www.danieladanna.it/wordpress/wp-content/uploads/2020/05/Mater-Iuris.pdf Fingere la simmetria dei sessi per applicare la parità al diritto di famiglia è un’ingiustizia che consolida la prevaricazione del sesso e del genere maschili sul sesso e genere femminili. Osservando invece la realtà dei fatti e delle relazioni, risulta lampante che la […]

Sulla 27ima ora

“I dubbi sull’identità di genere e quei medici che vogliono normalizzarli troppo presto”

https://27esimaora.corriere.it/19_maggio_08/i-dubbi-sull-identita-genere-quei-medici-che-vogliono-normalizzarli-troppo-presto-0c095ae8-717d-11e9-a32a-79dc5e5aff8e.shtml?refresh_ce-cp

Titoli ingannevoli

L’Agenzia di stampa DIRE dà la confortante notizia che esiste ancora uno stato di diritto in Italia con un titolo falsificante: La Corte di Cassazione: “No al riconoscimento dei bambini con due papà” La notizia è la pronuncia della Cassazione contro il riconoscimento di certificati di […]

Il FQ per la compravendita di bambini?

Questa è la lettera che ho inviato il 5.2.19 al Fatto Quotidiano, che ha pubblicato una pagina intera pro GPA a firma della solita Chiara Lalli:   Questa è davvero una notizia: il quotidiano impegnato contro i mercati illegali ospita un’articolessa a favore del commercio […]

L’ONU contro la surrogazione di maternità

articolo mio pubblicato su Autrici di civiltà: https://www.autricidicivilta.it

anche qui:
L’ONU contro la surrogazione di maternità: parole forti e chiare

Convegno a Milano: Mater Iuris, 29.11

Il diritto della madre: uscire dalla simmetria giuridica dei sessi nella procreazione Convegno presso l’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali, via Conservatorio 7, 29 novembre 2018, Sala Lauree. Comitato scientifico: Valentina Calderai (Diritto privato, Università di Pisa), Daniela Danna […]

Morte di un camaleonte femminista

Rosemarie Tong THE OVERDUE DEATH OF A FEMINIST CHAMELEON- TAKING A STAND ON SURROGACY ARRANGEMENTS Journal of Social Philosophy Volume 21 issue 2-3 1990 [doi 10.1111%2Fj.1467-9833.1990.tb00275.x] tradotto da Cinzia Bucchioni (grazie!): Finalmente morto un camaleonte femminista! Presa di posizione sugli accordi di maternità surrogata Rosemarie […]

Dio lo vuole!

Alcune considerazioni sulla serata di conoscenza delle portatrici (come vengono chiamate) organizzata da Famiglie Arcobaleno a Milano

 

Palco interamente femminile. Donne che in California hanno intrapreso una gravidanza per poi consegnare i neonati ai committenti lavorando per la stessa agenzia raccontano perché l’hanno fatto. Domande su come si sono sentite in vari momenti. Una è convinta di non essere la madre perché il materiale genetico non era suo, poi dice che ha chiesto di non vedere i neonati dopo il cesareo, di tenerli lontani almeno per qualche ora – non voleva vederli, non voleva sentirli piangere.

L’altra dichiara che quando è rimasta incinta è andata in shock (“I was shocked”), poi scoppia a piangere mentre racconta di come l’hanno presa i suoi altri figli. Il frame interpretativo della conduttrice e delle altre donne sul palco agisce per normalizzare: “È stanca per il viaggio”. Applausi.

Ma su quel palco ci dovevano stare i committenti, a sentire sulla loro pelle (ma non sarebbe calato nelle loro viscere…) il peso delle domande: “Perché l’avete fatto? Come vi è venuta questa idea? Quando avete deciso di far fare la Gpa a una donna? A quale donna, come l’avete scelta? Non avete mai avuto dubbi? Cosa ne pensano i vostri amici, i vostri familiari? Che cosa avete provato quando i neonati sono stati separati dalla donna che li ha messi al mondo? Ma il denaro? Quanti soldi avete speso, da dove vengono, a chi li avete dati?”

Magari domande fatte da altri uomini: questa faccenda è a loro beneficio, perché è a beneficio di chi non può partorire. Qualche donna vorrebbe avere figli ma non riesce a farli, però nessun uomo può farli – chi è quindi il principale interessato? E in California infatti tutti possono mettere sotto contratto una madre a pagamento, anche uomini singoli, anche mettendo sotto contratto più donne, anche se privi di sperma vitale, che legalmente può essere comprato e usato nella surrogazione con ovuli acquistati, decidendo loro su eventuali aborti (chiamati “riduzioni embrionali”) e – nel contratto standard – su alimentazione, viaggi, sigarette, caffeina etc etc, e se disobbedisci paghi penale, lo controlliamo con gli esami del sangue. Chiara Lalli, che pure difende la possibilità legale di abortire su richiesta delle interessate, non si turba per il fatto che queste donne firmano contratti – cui nella loro ingenuità non danno nessuna importanza – accettando che la decisione di abortire sia dei committenti contro la stessa Costituzione degli Stati Uniti. Non risponde alla mia domanda su come faccia a incarnare questo paradosso. Poi mi dicono che la bioeticista scrive che non ha nulla in contrario al commercio di neonati – francamente mi sfugge la parte “etica” (in “bioetica”) in quest’altro paradosso che Lalli incarna.

E a queste domande chissà se anche i padri di Famiglie Arcobaleno avrebbero risposto, come ha fatto una delle donne che – in aggiunta a fare figli per uomini che le hanno pagate – sono state pure date in pasto al pubblico come testimonial della surrogazione di maternità felice: “È Dio che l’ha voluto. Se non fosse stato giusto, Dio non mi avrebbe permesso di farlo”. La politica ridotta a fede.

La questione generale su cui si sono sottoposte al giudizio del pubblico ierisera secondo le intenzioni degli organizzatori, cioè se siano donne “libere e autodeterminate”, è profondamente sbagliata. Perché in Italia non mancano certo donne libere e autodeterminate. Quello che manca qui è la possibilità legale di commissionare, comprare e vendere neonati, costringendo le madri – firmatarie di un contratto per fede, per disperazione, per bisogno, per altruismo, per follia, per innamoramento o amore e quant’altro, ma alla legge che importa? parliamo di diritto, non di psicologia – a separarsi dai neonati con la forza della legge, anche se non lo vogliono più come Melissa Cook e le altre che stanno ricorrendo alla Corte Suprema degli Stati Uniti, dopo che la corte di Appello californiana ha detto loro che il contratto è valido, quindi che vogliono ora? I figli non sono mica loro ma di chi glieli ha commissionati: è a loro che quel contratto ha dato la garanzia della consegna, e il buon andamento del mercato negli Usa non va mai disturbato. (Spero che la Corte Suprema presto ristabilisca i diritti umani in California.)

Non è l’esperienza di Vanessa contro quella di Tizia e Caia: è un mutamento profondo del diritto e dei criteri della convivenza civile. Perché quel contratto, così poco importante, quei soldi così poco decisivi ma che pure hai ricevuto e non l’avresti fatto senza, se sgarri verranno fatti valere per separarti da tuo figlio. Come appunto è successo a Melissa Cook e alle molte altre che i figli che hanno fatto nemmeno li hanno potuti vedere.

***

(Butto giù note preliminari, vorrei farne un articolo più lungo con le citazioni precise di quanto si è detto ierisera. È stata una serata importante che dovrebbe aprire gli occhi a molti, ma soprattutto a molte, anche nei confronti del Pd: “l’onda nera che rischia di travolgere i diritti” ha detto un suo esponente – mentre è stato il suo partito ad approvare il Jobs act facendo a pezzi il diritto del lavoro, la Buona scuola aziendalizzando l’istruzione, e provate ad ammalarvi per toccare con mano che cosa è diventata la sanità pubblica in Italia: impossibile prendere appuntamenti, ticket che costano quanto le prestazioni. Concedo invece che le pensioni retributive hanno collaborato in molti a togliercele.

Si parva licet, va notata anche la neolingua: alla potenziale surrogata è stata presentata la coppia di papà – di cui ha dichiarato di essersi all’istante innamorata: “I fell in love with them”. L’agenzia che l’ha messa al lavoro a produrre neonati è scomparsa dal quadretto, è solo lo sfondo spaziale in cui questo innamoramento è avvenuto. Che coincidenza, buffa la vita! L’agenzia potrebbe avere un ruolo anche nel fatto che le portatrici felici che ci hanno presentato – una per coppia etero non pervenuta – stranamente non vengono dal Canada “altruistico” ma proprio dalla California. Ah, non chiamatelo contratto, è un “accordo”. E Louise Brown è “nata da provetta”. La neolingua avanza.

Infine: a me sinceramente dispiace scrivere delle vite di altri e altre che potrebbero essere feriti dalle mie parole perché vedono una loro realtà da cui cercano di tenere lontane certe crudezze come i soldi, i contratti, i neonati staccati dalla loro mamma, ma non sono io a metterli in piazza e a piazzare le loro storie sui palchi. Ciò che è in gioco è una questione politica, filosofica, civile: che cos’è la maternità (infatti la serata era sulle “Nuove maternità”), che cosa lega genitori e figli, se è consentito (doveroso per contratto!) allontanare i neonati dalla madre, se si può fare uso del corpo delle donne in questa o nelle molte altre maniere che il movimento Lgbt attualmente vuole introdurre sotto la maschera di pretesi “diritti”: il “diritto al figlio”, il “diritto al sesso”, il “diritto a scegliere il proprio sesso” che avalla il rifiuto delle ragazzine di crescere diventando donne in una società misogina – a beneficio delle case farmaceutiche che producono ormoni e accrescendo il potere dei medici “specialisti del genere”. Sono questioni pubbliche, dibatterne è un dovere. Ringrazio anche le donne di Famiglie Arcobaleno che alla fine della presentazione si sono fermate a discutere con me, in modo pacato, vero, rispettoso. Spero ci saranno molte altre occasioni come questa.)

I convegni sulla surrogazione di maternità

Società italiane di varie figure professionali (e non) femminili, centri universitari sul gender, o altri centri studi promuovono da un paio d’anni a questa parte numerose iniziative sulla surrogazione di maternità, chiamata in vari modi e sempre legittimata da fior di femministe. Si sono tutte […]

Le madri lesbiche tirano la volata alla Gpa

https://ilmanifesto.it/le-madri-lesbiche-tirano-la-volata-alla-gpa/ pubblicato sul Manifesto del 9 maggio 2018   Le madri lesbiche tiravolata alla Gpa di Daniela Danna.   Un giorno a Torino si registra la figlia di una donna con la sua compagna madre sociale, e il giorno dopo si è travolti da coppie […]

Comunicato stampa di ArciLesbica

Sulle dichiarazioni della Sindaca di Torino Appendino, che ha registrato alla nascita la figlia di una coppia di donne e vorrebbe fare altrettanto con coppie di uomini… da dove hanno preso il neonato?

SI NASCE DA MADRE, NO A FALSE SIMMETRIE
ArciLesbica accoglie con grande soddisfazione la notizia della registrazione all’anagrafe del figlio voluto da una coppia di donne e partorito da una di loro, che ha di fatto conferito la genitorialità alla sua compagna.
Il diritto non può essere neutro nelle questioni legate alla procreazione, dove i corpi e le loro relazioni nella filiazione sono diversi per maschi e femmine: contributo del seme versus relazione fisica, psicologica e sociale della gravidanza, e atto di potenza e coraggio del parto.
Il principio antico della legge romana “il padre è colui che ha sposato la madre” e “la madre è colei che partorisce”, legge su cui si basa il nostro diritto, può essere fatto valere nelle situazioni odierne in cui finalmente è socialmente possibile che una donna condivida la propria esistenza con un’altra donna. La maternità, scelta e voluta all’interno della coppia, anche di diritto dovrebbe conferire un pubblico riconoscimento a chi la madre ha scelto come compagna nel suo percorso di vita.
Sarebbe ovviamente assurdo usare una falsa simmetria (di corpi e relazioni non uguali!) per affermare che un padre biologico, che non ha avuto la primaria relazione con il figlio partorito da un’altra, possa conferire alcunché.
Ribadiamo che non esiste una cosa chiamata “omogenitorialità”, perché le coppie di donne possono avere figli solo con il seme di un terzo, estraneo alla coppia, mentre le coppie di uomini non possono rimanere gravide e poi partorire.
Di fatto e di diritto, il riconoscimento di due uomini soli e del figlio di uno di loro come famiglia all’anagrafe significherebbe incoraggiare i gay facoltosi a utilizzare la strada aperta all’estero del pagamento di una donna perché si separi dalla sua prole, commissionata per l’occasione. Questo va contro il diritto corrente, i diritti umani delle donne, l’autodeterminazione femminile, ridotta ad assenso retribuito per l’abbandono programmato di neonati.

Propaganda all’utero in affitto come aggiornamento professionale?

Il 10 marzo a Roma si terrà un convegno organizzato dal Gruppo Dedalo (Provider di crediti ECM per conto del Ministero dell’Istruzione) intitolato “Gestazione per altre ed altri. Genitorialità tra desideri, diritti e doveri. Aspetti psicologici, giuridici e socio-antropologici” e pubblicizzato da Famiglie Arcobaleno, al […]

Articolo su Paginauno

Il Movimento LGBT e la maternità surrogata: corpi in vendita o resistenza alla mercificazione? è uscito su Paginauno, si può scaricare il pdf http://www.rivistapaginauno.it/

Novità editoriale: monografia sulla Gpa

Maternità. Surrogata?

Che cos’è la maternità? Che cosa diventa la maternità quando è “surrogata”? Si tratta di un contratto, della creazione di un mercato per la filiazione (in astratto, in concreto di neonati). Il libro ci racconta che cosa ci aspetta se la regolamenteremo, sulla base delle esperienze di paesi come la California, il Canada, l’India, Israele, la Grecia, la Gran Bretagna e i pochi altri dove questa transazione commerciale (anche laddove viene chiamata “altruistica”, dal momento che generosi “rimborsi spese” sono sempre previsti per convincere le donne a prestarsi) è stata creata nel diritto e quindi nella società.

Bello vedere quante persone si impegnino a convincerci della bellezza di esercitare le uniche libertà che il patriarcato ha sempre riconosciuto con entusiasmo alle donne: prestare servizi sessuali e/o servizi riproduttivi a richiesta del medesimo.
Paola Mazzei

Sono ormai lontani i tempi in cui le donne venivano venerate per le loro capacità di dare la vita (qualcuno dice che questi tempi non siano mai esistiti…), quando il “linguaggio della Dea” si esprimeva nei simboli del femminile, le statuette paleolitiche dell’abbondanza materna – larghi seni e larghi fianchi – oggetti di meraviglia e adorazione per la continuità della vita e della Natura. Il potere procreativo delle donne è stato piegato ai bisogni degli uomini, soggiogato dagli déi maschili. Nel patriarcato, le donne sono state schiavizzate, obbligate a dare alla luce l’erede maschio dei loro padroni, alle loro condizioni. Abbiamo combattuto contro tutto questo, per riprenderci il potere sulle nostre vite e poter essere capaci di fare delle scelte. Ci sforziamo ancora d’essere viste come esseri umani al pari degli uomini, gli eredi della tradizione patriarcale che da loro più valore che alle donne – mentre tante di noi sono ancora costrette a portare in grembo quegli eredi. L’istituzione giuridica della surrogazione riafferma questo obbligo, questa volta in forma contrattuale invece che attraverso il matrimonio con lo status di moglie-riproduttrice. Non è progresso: dopo il femminismo degli anni ’70, è un regresso. E questi eredi servono al feticcio della “crescita economica”, cioè all’espansione del capitale: sono la forza lavoro e i consumatori del futuro, necessari in numero crescente per perpetuare l’inarrestabile ciclo capitalista che riduce ogni cosa al denaro, disdegnando l’ecologia e l’umanità – ma soprattutto la donnità.

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La Gpa come il Kirby

di Daniela Danna (uscito sulla 27ima ora)   Sabato 7 ottobre ho partecipato a Chakra, una trasmissione a favore della Gpa. Non sapevo di essere l’unica voce contraria perché ad esempio la conduttrice non si era mai espressa del tutto a favore. Non sapevo che […]

PRIMA INIZIATIVA LAICA IN ITALIA CONTRO IL MERCATO DELLA GRAVIDANZA

Evento organizzato a Milano da RUA-Resistenza all’Utero in Affitto presso la Casa dei Diritti, via de Amicis 10, ore 20.30, giovedì 16 marzo IL MERCATO DELLA GRAVIDANZA NON E’ UN DIRITTO È ancora possibile sottrarre la nascita al business? In Italia il dibattito rispetto alla maternità […]

Femminicidio: contrordine compagne!

Stamattina la mia radio è autonomamente scivolata da Radiopopolare a Radiomaria, giusto accanto. Il predicatore di turno ce l’aveva con il femminicidio: “…questa violenza prevaricatrice e inaccettabile, espressione di odio e debolezza…”

Urge cambiare il bersaglio di Nonunadimeno e di tutte le mobilitazioni femministe antiviolenza: non vorremmo mica farci confondere con Radiomaria?!?

Con la stessa logica l’appello qui sotto è stato variamente censurato, sbeffeggiato, ignorato dai compagni gay, alcuni dei quali ci accusano di fomentare l’omofobia con le nostre parole.

Riflettiamo insieme: il fatto che le coppie gay facoltose comperino i bambini all’estero/paghino delle donne perché facciano figli da consegnare loro con tutti gli obblighi di legge è un fattore di aumento o di diminuzione dell’omofobia?

Il fatto che non lo si dica all’interno del movimento Glbt, tutto preso dalla retorica del dono e contro-dono (a parte noi poche che veniamo prontamente diffamate come fondamentaliste religiose, fasciste o anche peggio, espellendoci dal movimento) secondo voi aumenta o diminuisce l’omofobia?
En passant,  esistere come lesbica è ciò che provoca in primo luogo gli atti di “omofobia”  – che non è una malattia ma un giudizio sociale sull’omosessualità, tradotto in violenza.

 

Sulla sentenza di Trento

Cari compagni gay, vi invitiamo a non festeggiare la cancellazione della madre   Il 28 febbraio è stata resa nota la sentenza con la quale una Corte d’appello dello Stato italiano ha accettato un certificato di nascita di un paese che ha stravolto il principio […]

La riproduzione artificiale dell’umano

Presentazione del libro  LA RIPRODUZIONE ARTIFICIALE DELL’UMANO Ortica editrice, 2016Con la partecipazione dell’autore ALEXIS ESCUDERO a cura del Collettivo Resistenze al Nanomondo MARTEDÌ 10 – BERGAMO 19.00 aperitivo vegan – 19.30 inizio presentazioneCentro Socio Culturale, via Borgo Palazzo 25MERCOLEDÌ 11 – CAMBIAMENTO: ROVERETO19.30 aperitivo vegan- 20.30 inizio presentazioneCircolo […]