di Slavina. (xxd 10, settembre 2011)
ALLA MUESTRA MARRANA DI BARCELLONA TRA MADRI, STREGHE E ZOMBIE: GRANDE PRESENZA ITALIANA AL FESTIVAL POSTPORNOGRAFICO
Rinnova il tuo immaginario pornografico”. Questo slogan non è un invito a chi ancora pensa che possano esistere soltanto rappresentazioni maschiliste e degradanti della sessualitá ma è anche il leitmotiv del festival Muestra Marrana. La kermesse, che a luglio di quest’ anno è giunta alla sua quarta edizione, è un classico nel panorama degli eventi internazionali legati alla postpornografia. Nata nel 2008 a Barcellona, nelle case occupate di Magdalenes, la Muestra Marrana negli anni ha cambiato location viaggiando per la Spagna (si definisce, infatti, evento nomade) e ha visto l’ avvicendarsi di soggettivitá e gruppi differenti nella sua organizzazione. Non sono cambiati, invece, lo spirito di autogestione che la contraddistingue sin dagli inizi (é autofinanziata e l’ingresso alle proiezioni gratuito) né il suo slogan, che ben rappresenta la filosofia del progetto. Dare visibilitá a sessualitá marginali e sovversive, far circolare produzioni indipendenti che superano i confini di ció che comunemente é considerato pornografico, godere collettivamente di opere di culto del passato che hanno attraversato il mainstream come virus: sugli schermi della Muestra passano materiali audiovisuali di diverso genere, stile e natura provenienti da tutto il mondo e tesi ad esplorare e rappresentare in maniera originale ed inedita i territori del desiderio, della sessualitá e delle pratiche ad essi connesse. Se consideriamo la pornografia come tecnologia di genere, il suo utilizzo strategico e la sua fruizione collettiva possono essere unostrumento di crescita politica la postpornografia non é meccanica nè meramente masturbatoria, ma illustra le infinite possibilitá performative della sessualitá umana. L’ edizione 2011 del festival meno politically correct di questo emisfero (marrana in spagnolo vuol dire maiala) si è svolta durante un lungo weekend di proiezioni, presentazioni, performance e dibattiti; tre giornate strutturate su diversi assi tematici e caratterizzate da una presenza e un’ assenza, entrambe di enorme peso. Il venerdì , primo giorno di proiezioni dedicato ai cortometraggi Do It Yourself, ha visto una significativa presenza italiana, con Road Movie di Rosario Gallardo (nome collettivo degli autori del blog Pornoguerrilla.com, antesignani dell’autoproduzione pornografica, sulla scena da 13 anni) e Lustameros delle Frangette Estreme di Bologna, ricerca iconografica sulle narrazioni carnali. Da segnalare anche il pregevole documentario RL di Maria Llopis, che racconta le avventure in Second Life di una donna che, attraversando una difficile fase della sua vita, sceglie di vivere da hikikomori, cioè sospendendo le sue relazioni con l’esterno e vivendole attraverso un avatar digitale (sessualitá compresa). Funestata da innumerevoli problemi tecnici (un involontario, simbolico omaggio alle difficoltá dell’ autoproduzione) la serata si è conclusa con la divertente performance live Mazmovil del gruppo USB, collettivo che riunisce elementi di spicco dell’ ambiente postporno di Barcellona. La giornata di sabato è stata un omaggio alle maternitá sovversive e si è aperta con l’ ospite d’ onore della Muestra Annie Sprinkle, vera e propria madre della postpornografia. L’ artista statunitense ha ripercorso, in un’ affollatissima conferenza, le tappe salienti della sua lunga carriera di puttana multimediale, come lei stessa si definisce. Ironica e scanzonata, sulla soglia dei sessanta, la Sprinkle é depositaria di un variegato patrimonio della controcultura (dalle lotte per le libertá sessuali a quelle per i diritti civili delle persone prostitute, alla body art piú o meno concettuale fino alle piú recenti battaglie ecologiste) ed è capace di trasmetterlo con leggerezza e senza ansie autocelebrative. A conclusione della programmazione della serata, la matura postporn star ha poi ripetuto la sua celeberrima The Public Cervix Announcement. Durante la performance, ideata alla fine degli anni ottanta, la Sprinkle ha mostrato e spiegato l’ interno della sua vagina al pubblico attraverso uno speculum, dicendosi onorata di tornare a farlo per la Muestra dopo tanto tempo (e per la prima volta da quando è in menopausa). L’emozione della Sprinkle è stata anche un riconoscimento al valore artistico ed espressivo delle performance che l’ hanno preceduta: Pornocapitalismo, delle VideoArmsIdeas e El amor verdugo, show sanguinolento delle italiane Tiger Orchid e Antares Misandria. Il dibattito saliente della serata è stato animato da Maria Llopis e ha riguardato la sessualitá in gravidanza e le sue rappresentazioni, illustrate da frammenti di film di Belladonna e Madison Young. A conclusione della vivace discussione, la premiere di Alien baby, un video realizzato per l’ occasione da Helen Torres, la piú famosa delle madri marrane. L’ ultimo giorno della Muestra era domenica e non sembrava quasi piú estate. Il cielo coperto, oscurato già dal pomeriggio, ha accompagnato il momento piú doloroso del festival, quello in cui si è materializzata l’ assenza di Patricia Heras, una delle organizzatrici delle passate edizioni morta suicida nell’ aprile scorso. Heras, vittima di una vicenda di malagiustizia per la quale era intervenuta (invano, purtroppo) anche Amnesty International, è stata ricordata con Nekromantic, Otto or up with dead people di Bruce La Bruce e lo spaventoso manga Midori. Una programmazione dedicata alle passioni e alle ossessioni della marrana defunta, piú che mai presente nelle parole delle organizzatrici di quest’ anno: Diana Pornoterrorista, Klau Kinki e Lucy Sombra. Quest’ ultima, attraverso la collaborazione con il collettivo Minipimer, si è occupata della trasmissione in streaming dell’ evento, dando la possibilitá anche a chi non poteva essere presente di visionare film e presentazioni http://muestramarrana.org
nessuna colpa, nessuna vergogna!
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