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A realizzarla è un collettivo di diverse età, provenienza, genere e soprattutto posizione professionale. Per alcun* di noi la rivista è un complemento ad altre attività, per altr* un’espressione della propria professionalità o la possibilità di fare esperienza in una redazione e tutt* ci mettiamo tempo, dedizione, passione, responsabilità e talvolta denaro. Però la situazione economica si va deteriorando anche per noi: per continuare a realizzare XXD, impaginata come una vera rivista che puoi stampare self-service e leggere dove e con chi vuoi, abbiamo bisogno di sottoscrizioni tramite l’abbonamento semestrale “Produzioni dal basso” che costituirà il fondo per i rimborsi-spese delle redattrici che necessitano di questa entrata.
Questo progetto è l’avvio di un cambiamento necessario per riconoscere il lavoro e la professionalità di donne e uomini della redazione: chiedere un donazione in cambio
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Solo le prime 500 sottoscrittrici riceveranno i prossimi 6 numeri in formato .pdf direttamente nella casella di posta a poco più di 2 euri a numero, il prezzo più favorevole possibile.
E saranno sempre ricordate come lettrici più affezionate!
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LA QUATTORDICESIMA PER TUTT*

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Arrivate al numero 14 è il momento di crescere: la redazione si allarga, nuove rubriche e due ambiziosi progetti dell’associazione XXD con Produzioni dal basso e con 3a Conferenza internazionale sulla decrescita per la sostenibilità ecologica e l’equità sociale. Li trovate all’interno, tra l’editoriale di Ornella Guzzetti sulla Ricetta indigesta propinata contro la crisi e l’art.18, le notizie sulla condizione delle donne e gli approfondimenti di attualità. Si parte con Maria Daniela Basile che ci fa un resoconto dell’assemblea nazionale La vita siamo noi, dove si è parlato dei consultori sotto attacco in tutta Italia. Stefania Prandi intervista Raffaella Rumiati, esperta in neuroscienze, svelando perché il neurosessismo, secondo cui le differenze cerebrali e sessuali sono conseguenze di quelle biologiche, è una bufala. Maria Pia Ercolini ci racconta La città degli uomini e del gruppo Facebook sulla Toponomastica femminile. Oria Gargano, presidente della Cooperativa Be Free, ci relaziona sull’esperienza dello SportellodonnaH24 di Roma, che rimane aperto al San Camillo nonostante la convenzione sia scaduta, continuando a garantire i servizi alle donne vittime di maltrattamenti e violenze. Michele Poli prende parola per denunciare lo stalking alla politiche delle donne, come gli attacchi subiti dal Centro Studi Documentazione Pensiero Femminile di Torino, e interrogandosi sulle motivazioni che spingono gli uomini a disegnare falli sui muri. Le musiciste tostissime del movimento Rock with Mascara, attivo dal 2005, si raccontano nell’intervista di Lucy Van Pelt.
Le rubriche si rinnovano con il debutto di Mutazioni sceniche, sul teatro delle donne, a cura di Anna Maria Civico che ci fa conoscere Giacinta Pezzana. Invece, Una libbra di carne viene riproposta da Agnese Pignataro con un pezzo sulla sperimentazione animale e gli stereotipi di genere.
Poi gli appuntamenti consueti, In media stat virtus, Madame Corbeau vs la signora Thatcher, il film. In Postporno, Rachele Borghi  tête-à-tête con Beatriz Preciado; In Tre civette, Alessia Muroni mette a fuoco Tina Modotti; In La Cruna dell’ago, Michele Poli continua il suo dialogo con l’uomo di oggi; Con Navigare da Pirate di Laura Mango conosciamo la solidarietà femminile in rete. Con Ci girano le pagine di Isabella di Morra, Sesso Globale di Isabel e Mediawatch di Daniela Danna, libri e giornali svelano i loro retroscena. La musica ci riconcilia con tutto grazie alle Istantanee musicali di Lucy Van Pelt e Tweet invaders di donasonica.
Read & Enjoy

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Tweet invaders – Aperitivo per il n. 14

di donasonica
Devo dirvi, ragazze mie, che almeno su una cosa sono fortunata: la redazione di questa splendida rivista, che si appresta a divenire sempre più ricca e splendida, XXD, è piena di donne meravigliose, diverse e aperte, visto che mi fanno passare pezzi che a volte sembrano un po’ scollegati, ma in realtà non lo sono. Loro, le meravigliose, lo sanno. E niente mi dicono.
In questi giorni, mentre ruminavo alla ricerca di uno spunto eccitante su cui scrivere, ecco che muore la Houston.
Dice: che ci trovi di eccitante?
No, niente in verità, povera Wi, che c’entra, non è per lei, anzi pure se non è che mi sono emozionata per la sua morte, effettivamente alla notizia della sua scomparsa mi sono ricordata di quando uscì il singolo “How will I know”, che credo non esista una persona nel mondo occidentale che non conosce le parole del ritornello.
Ossia di quando avevo avevo quasi 12 anni, e pure molte di voi.
E mi ricordo che c’era uno, al mercato cittadino (che la mia città è piccola, e non c’è bisogno di mercati rionali, uno basta e avanza per tutt*) che vendeva cassette false e che tirò su un sacco di soldi con le cassette false di Whitney.
E si fece pure i miei, perchè io sono sicura che questa cassetta ce l’avevo.
Quando muore qualcun* i giornali si sbizzariscono e i social network s’impennano: come se fossimo tutti segretamente felici che ci sia un evento, una notizia che ci distoglie dalle schifezze politiche quotidiane, dalle nefandezze sessiste e omofobe del nostro paese/mondo e dalle merde che facciamo a questo pianeta e a tutti i suoi abitanti.
Insomma una specie di pausa, per pensare, come ho letto da qualche parte, a noi stess* (come al solito), sostanzialmente a versare una lacrima per quella parte di noi che se ne va con la star di turno che muore.

E quindi come poter sintetizzare tutto ciò, attraverso le nostre invasioni su twitter?
Selezionando per voi, in ordine di bellezza, secondo me, i migliori tweets su alcune recenti dipartite risonanti.
Accanto al tweet troverete gli hashtag utilizzati, quelli che dovete usare se volete dare un’occhiatina voi stesse, e magari inviarmi il vostro tweet epitaffio preferito.

1) Houston, abbiamo un problema. #Whitney
2) A la negra la matò la blanca #Whitney [alla “nera, la uccise la bianca]
3) AAA Bodyguard cerca nuovo lavoro #Whitney
4) RULE OF THREEEEES. quick, everyone lock down your favorite celebrities! #whitney #etta [regola del tre: forza, veloci, ognuno chiuda in casa la sua star preferita!]
5) Worst. Black. History. Month. Ever. #etta #whitney #doncornelius [il peggiore mese della storia nera di sempre]
6) First #Etta, now #Whitney. #Aretha girrrl you better watch the fuck out [prima etta, ora whitney, aretha (franklin) è meglio se ti guardi il culo]
7) Tragedy is not about surprise. Tragedy is about inevitability. #Oedipus #Romeo #Juliet #Winehouse #Jackson #Monroe #Belushi #Farley #Houston [La tragedia non è legata all’imprevedibilità delle loro morti, quanto piuttosto alla loro inevitabilità].
8) All of Adele’s top competition are passing away. #WineHouse #Whitney #EttaJames [tutte le più grandi avversarie di Adele stanno morendo]
9) Comunque, morire in un hotel di Beverly Hills la notte prima dei Grammy Awards e’ un’uscita da grande star. #Whitney
10) what are we doing to these women that they are self-medicating themselves to death? #amy #whitney

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Aperitivo XXD con metamusica metafemminile

La componente milanese della redazione di XXD si trova con amiche e amici e chiunque voglia vogliano incontrare la redazione (e magari entrare a farne parte), cominciando un appuntamento che, con la primavera, vorrebbe diventare un momento di incontro fisso [SOSPESO A FINE MAGGIO], una serata salottiera, una scusa per vederci informalmente tra XXdonne che gravitano su Milano
venerdi 3 febbraio, dalle 18.30 alle 22.30 ci si incontra, si parla, si mangia, si beve, si suona, o meglio, si improvvisa nella sede dell’associazione: come la leggendaria “soup’n’bread society” di san francisco, dedicata a far scoprire a chiunque che può esprimersi musicalmente, abbiamo strumenti di vario tipo a disposizione di chi vuol fare un po’ di casino.
l’aperitivo metamusicale è un esperimento: verificheremo la compatibilità della musica improvvisata (eventuale, naturalmente, a discrezione delle partecipanti) con le conversazioni testando la formula sanfranciscana sulle nostre inclinazioni e capacità: la prova generale per far diventare la serata XXD un appuntamento fisso settimanale
le organizzatrici per XXD: Daniela, Ornella e Lucy

Grazie a tutte le donne intervenute (non ci sono stati uomini accompagnati) per una bellissima serata, condita anche da improvvisazioni musicali persino a volte piacevoli! Ci vediamo in primavera per un appuntamento più regolare.

per maggiori informazioni scrivete a daniela xxdonne.net

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Omsa – Faenza – Italia

di Ornella Guzzetti

Le lavoratrici Omsa invitano tutte le donne ad essere solidali con loro, boicottando i marchi Philippe Matignon – SiSi – Omsa – Golden Lady – Hue Donna – Hue Uomo – Saltallegro – Saltallegro Bebè – Serenella e vi sarebbero grate se voleste dare il vostro contributo alla campagna, se non altro per non alimentare l’indifferenza, dimostrando che non ci state a mettere sulla strada 239 donne e qualche uomo per spostare la produzione in Serbia dove la manodopera costa meno.

L’Omsa non è in crisi, né in perdita, ma trasferisce l’impianto poiché lì il costo del lavoro è riducibile di un terzo rispetto all’Italia. Licenziamento collettivo in Italia e sfruttamento all’estero.

Le lavoratrici Omsa ringraziano per l’aiuto e il supporto che vorrete dare loro quali ennesime vittime di una legislazione che protegge sempre più gli interessi unicamente lucrativi degli imprenditori piuttosto che la vita e la condizione lavorativa dei dipendenti. Per produrre la merce a un costo minore che poi ci viene venduta allo stesso prezzo di prima.

“Nel contesto attuale, la mobilitazione della gente è indispensabile. La crisi deve essere l’occasione di cambiare radicalmente orientamento, di ridefinire il modello di società e di trasformare profondamente i modi di produrre e di consumare”. Con queste parole Christiane Marty, economista francese e femminista, chiude un articolo su donne e povertà nel vecchi continente.

L’obiettivo che richiama va perseguito dando rilievo alle politiche del lavoro e del welfare per le donne, proprio perché la crisi attuale e gli effetti della recessione toccano in particolare le lavoratrici, esposte più degli uomini alla precarietà crescenti: la disoccupazione femminile è superiore a quella maschile in Italia di 2 punti percentuali. Ma sappiamo che nelle statistiche non ci sono quelle che si ritirano dalla popolazione attiva come reazione all’assenza di lavoro (perdendo inoltre il versamento di contributi pensionistici con rischio di una vecchiaia sotto la soglia di povertà) fatto che contribuisce ad una sotto-valutazione degli effetti della crisi sulla disoccupazione femminile.

La vigilia di Capodanno il gruppo GoldenLady ha comunicato alle lavoratrici ancora occupate che il 12 marzo 2012, alla fine della cassa integrazione, saranno licenziate. Nessuno scrupolo per il fatto che in questo momento in Italia ce la stiamo vedendo con una situazione economica sfavorevole, che importa se 239 famiglie iniziano il 2012 con il problema della disoccupazione. Fa niente se sono donne che da bambine guardavano il Carosello con le gemelle Kessler che sgambettavano portando le Omsa e che quindi hanno anche un’età in cui ricollocarsi è difficile, impossibile in queste congiunture.

Naomi Klein nell’introduzione alla nuova edizione di No logo si chiede se ci siano alternative a quella spietata difesa di interessi particolari che va sotto l’innocuo pseudonimo di “globalizzazione” e fa notare che nulla è più transitorio della moda: molti grandi marchi e personaggi griffati che fino a poco tempo fa sembravano intramontabili, oggi appaiono sbiaditi o sono in piena crisi. In pratica non vendono più.

Così la mobilitazione, ora, delle donne che usano le collant è indispensabile, per ‘marchiare’ i brand del gruppo Goldenlady. Preferire un’altra marca non è così difficile. Non cedere al corteggiamento dei prossimi spot ‘Omsa che gambe’ possibile. Per ricordare alla Omsa, e a chi come lei decide senza pudore dove e a che prezzo produrre, che il consumatore può scegliere cosa comprare o non comprare anche per ragioni politiche, sociali, solidali.

Ancora, sulla pagina Facebook della campagna di boicottaggio c’è l’invito a inviare mail al ministro Corrado Passera. Per ricordargli il problema della chiusura della ditta di Faenza ma anche per sottolineare che sappiamo che non è solo una questione di mercato ma di interessi, che come dice Klein: “Una conseguenza positiva dell’impossibilità di regolare la finanza internazionale, anche dopo il suo catastrofico collasso, è che il modello economico dominante si è rivelato per quello che è: non un “libero mercato”, ma un “capitalismo clientelare”, in cui i politici cedono a dei privati la ricchezza pubblica in cambio del loro sostegno”.

Visita la pagine FB delle lavoratrici Omsa

Sottoscrivi l’appello per un’azione di solidarietà concreta

 

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CULTURE INDIGENE DI PACE | Torino | 16-18 Marzo 2012

Conferenza internazionale – CULTURE INDIGENE DI PACE
Donne e uomini oltre il conflitto
Tre giorni di conferenze, workshop ed eventi a confronto con le Società di Pace tuttora esistenti, esempi di una collettività egualitaria dove non esistono forme di violenza su donne e bambini, né tantomeno la guerra.

Interverranno Donne della comunità Moso (Cina) e Khoesan (Sudafrica), Heide Goettner-Abendroth (Germania), Peggy Reeves Sanday (USA), Bernedette Muthien (Sudafrica), Diarmuid O’Murchu (Irlanda), Luciana Percovich, Genevieve Vaughan, Mario Bolognese, Francesca Freeman, Iole Natoli, Daniela Degan, Alberto Castagnola, Cerchio di Luna Torino, Gruppo Italiano Dakini, Ass. Argiope, Ass. Talanith, Rodolfo Brun e Cerchio Guerrieri Altrove, Ass. Stregatocacolor, Barbara Zanoni, Gabriella Irtino, Luisa Spagna, Paolo Pacciolla, Monica di Bernardo, Francesca Colombini, Aldo Silvestri.

Palaginnastica, in via Pacchiotti 71 http://www.associazionelaima.it/

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XXD di dicembre-gennaio è uscito


Scarica, stampa e leggi il numero delle vacanze invernali

EDITORIALE Si sta come d’autunno/il welfare in Italia (Iorek)
di Ornella Guzzetti

FEMMINISMO Maria Mies: la sussistenza come obiettivo di Alice nel paese delle femministe

CORPO 1 Di chi è il “nostro” corpo? di Stefania Doglioli

CORPO 2 Scontro tra ginecologi e mamme sul web di Eliana Cabrera

MOVIMENTI 1 Community femminista di Ornella Guzzetti, foto Vincenzo Cammarata

MOVIMENTI 2 “Ho iniziato a vedere delle cose” di Daniela Danna, foto Karolina Mosiej

FOTOROMANZO Carrot workers collective di Carrot worker

Lettera a Mario Monti di Massimo Ragnedda

DALLA CRUNA DELL’AGO Il militare nuoce gravemente alla salute di Michele Poli

CI GIRANO LE PAGINE Bookwatching: l’inizio di Isabella di Morra

ISTANTANEE MUSICALI Malena – Inverno di Lucy Van Pelt

IN MEDIA STAT VIRTUS Spiazzamenti di Madame Corbeau

TWEET INVADERS #2 di Donasonica

TRE CIVETTE L’arte è rigore di Alessia Muroni

SESSO GLOBALE (I) (IND) (SCV) (ET) di Isabel

MEDIAWATCH di Eleonora de Bernardi

UNA DONNA AL MESE

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Il fotoromanzo del Carrot Worker Collective

The working woman

clicca qui sotto per scaricare il fotoromanzo di Natale!

the working woman1
the working woman2

Una produzione Carrot Workers Collective, Poland
(Questa versione è in inglese, qui scarica la traduzione italiana dei dialoghi.
Stiamo lavorando al lettering, tra poco on line la versione definitiva)

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Malena – Inverno

di Lucy Van Pelt

Per chi ama atmosfere suggestive che non si discostano troppo dai canoni della musica pop tradizionale, il nuovo album di Francesca Vassallo, in arte Malena, non potrà deludere. Malena è nata a Salerno, si è diplomata al conservatorio Cantelli di Novara e ha partecipato a diversi eventi prestigiosi e manifestazioni musicali. Ha fondato I fiori di Bach: un ensemble vocale femminile composto da sette cantanti liriche e una pianista. Inverno è il suo primo album solista, l’impostazione lirica della voce, unita al pop e all’elettronica, con leggere sfumature trip-hop, rende alcune delle canzoni dell’album estremamente affascinanti e seducenti. In particolare la titletrack, che apre il disco, nasce da un accordo di pianoforte e si sviluppa con un arrangiamento di archi, a cui man mano si aggiungono gli altri strumenti, su cui la voce dell’artista può spaziare con i suoi vocalizzi, in un incedere sempre più enfatico e drammatico. Quest’atmosfera, anche se in maniera più soffusa, permane nei due pezzi successivi Il mondo è, e Nell’Immenso, dove compare il cantato. L’unico disappunto sta nel fatto che tre cover, di cui due standard classici come Summertime di Gershwin e l’Ave Maria di Schubert (la terza è di Giorgia), appaiono decisamente troppe, anche perché non aggiungono niente di più alle versioni originali, apparendo invece come una prova di abilità vocale che Malena non necessita di dare. Speriamo che, nel prossimo album la cantante abbia più coraggio nello sperimentare e maggiore fiducia nel suo intuito musicale. Inverno è prodotto da Paolo Agosta per la Grace Orange.
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RinTRACCIAte – The Organ

di Lucy Van Pelt

Il Canada e in particolare Vancouver, sempre fucina di grandi talenti rock, è anche la patria di un grandissimo gruppo meteora nel panorama indipendente. Parliamo delle Organ. Consacrate dall’unico album Grab The Gun, non durarono più di cinque anni e si sciolsero per motivi che tuttora rimangono misteriosi. Le Organ nacquero nel 2001 dall’idea di Katie Sketch, che proveniva da una formazione classica (aveva studiato violino dall’età di tre anni). Insieme a Sarah Efron e Barb “Sketch” Choit costituirono la band strumentale delle Full Sketch, da cui ebbe origine, dopo diversi innesti e sostituzioni il gruppo vero e proprio delle Organ. Nonostante numerosi passi falsi, scelte musicali opinabili e una scarsa promozione, il numero di fans continuò ad aumentare, e Grap The Gun del 2006 rimase al primo posto nella classifica canadese per più tempo rispetto a qualunque altro disco pubblicato nello stesso anno. Il singolo Brother (comparso in diversi telefilm, tra cui The L Word) divenne ben presto una delle canzoni più famose della band. Il suono dell’album non aveva niente di nuovo, una rock wave che riportava alla mente i fasti di gruppi come i Cure, gli Smiths o i compianti The Sound, e i più recenti Interpol; eppure queste canzoni, dalla medesima struttura ritmica e abbastanza simili tra di loro, rimangono ancora oggi nella mente e si lasciano amare e canticchiare, senza tuttavia mai risultare ruffiane.
Andate a vedervi anche il video di Memorize the City e la divertente Love, Love, Love. Nello stesso 2006 la band si sciolse. Katie aggiunse che le ragioni erano talmente tante che non avrebbe nemmeno saputo da dove partire. La Sketch ebbe un altro progetto musicale, Mermaids, rimasto all’interno dei confini canadesi. Nel novembre 2008, insieme ad un’altra delle Organ aprì un ristorante/pub a Toronto chiamato The Henhouse. Le ultime notizie sono che si è sposata nel 2010 con l’attrice/performer Vanessa Dunn.
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