Decrescita a Venezia

Si possono presentare proposte di workshop e presto proposte di interventi alla conferenza sulla decrescita in preparazione a Venezia (19-23 settembre 2012)
www.venezia2012.it www.venezia.degrowth.org

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Sarah Schuster – Possibilities (2011)

di Lucy Van Pelt

In questo numero diremo qualche parola sul trio vicentino Sarah Schuster: Daniela Dal Zotto (voce e chitarra), Eleonora Dal Zotto (chitarra e armonica, nonché sorella di Daniela) e Matteo Mosele (batteria e cori). La presenza femminile avrebbe potuto essere schiacciante se Lisa (la precedente voce) non avesse lasciato il gruppo proprio alla vigilia del secondo album dal titolo Possibilities (Il primo era Rain From Mars del 2009), di cui stiamo per parlare.
Ciò che salta subito all’occhio è la mancanza del basso, cosa abbastanza inusuale per un gruppo rock (mi vengono in mente le Sleater-Kinney, o gli italiani Mojomatics), questo spinge il gruppo alla coraggiosa ricerca di nuovi percorsi che vengono individuati in una varietà di generi che attraversa il blues, il folk, per arrivare a quel rock squisitamente anni ’90 tanto amato dagli indie di casa nostra. Possibilities è un disco che, pur facendo spaziare l’ascoltatore tra atmosfere ed emozioni differenti, mantiene sempre una sua compattezza d’insieme, senza perdere mai la propria identità (c’è infatti una stessa linea immaginaria tra il folk-blues di Deep Lakes o il coinvolgente incedere rock di Erasmus, così come l’intro quasi country di Delusional). Vengono inoltre esplorate da parte della cantante Daniela diverse possibilità di cantato, con grande passione e in maniera quanto mai raffinata, oltre che in un ottimo inglese. Pur essendo un’autoproduzione, l’album si avvale dell’apporto creativo di Giovanni Ferrario (polistrumentista già al fianco di PJ Harvey e Hugo Race) che cura la produzione di ben tre pezzi (ed è autore insieme alla band di Look in the mirror), e di Andrea Rovacchi degli Julie’s Haircut, che ha saputo ottenere il sound che il gruppo stava cercando. Gi Gasparin, musicista d’avanguardia della scena vicentina, suona invece la chitarra in Ghost animals. Un disco da acquistare, perché mantiene costante l’interesse dall’inizio alla fine, per un gruppo che sicuramente non vi deluderà nemmeno dal vivo. Per farvi un’idea andate sul loro myspace o su breakfast jumpers dove trovate lo streaming del disco.
Una curiosità: il nome Sarah Schuster proviene da una serie televisiva statunitense che probabilmente molte lettrici conosceranno…
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RinTRACCIAte – Edie Brickell

di Lucy Van Pelt

Chi si ricorda della cantautrice statunitense Edie (Arlisa) Brickell e dell’album di debutto insieme ai New Bohemians Shooting Rubberbands at the Stars? Correva l’anno 1988 e il disco conteneva almeno tre singoli indimenticabili: What I am, Love Like We Do e soprattutto la splendida Circle, ed ebbe un enorme successo di pubblico e critica. E’ inutile dire che la band non raggiunse mai più gli stessi livelli, così come neppure la Brickell da solista. A parte il piccolissimo ruolo di una cantante folk, nel film Nato il 4 Luglio (la scena fu girata al The Hop, locale simbolo texano che vide esibirsi Dylan e la Joplin, all’inizio delle loro carriere, nonché i New Bohemians, a cui però il film non portò troppo bene, dato che poco dopo le riprese fu costretto a chiudere), la cantante tornò alla cronaca solo per il suo matrimonio nel 1992 con il celebre cantautore Paul Simon (tre figli e 25 anni di differenza). Alla fine del 2007 ha inoltre formato un nuovo gruppo, The Heavy Circus, con il primo figlio di Paul Simon, Harper (mentre l’anno prima aveva fatto una piccola reunion con alcuni dei membri originali dei New Bohemians). E pensare che il grande sogno di Edie da bambina sarebbe stato di diventare quarterback della squadra di football americano dei Dallas Cowboys.
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Buon compleanno XXD con il numero 11

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EDITORIALE Indignate! La Redazione

SPORT1 Le donne non sono fatte per lo sport di Michela Dell’Amico

Sono escluse dal professionismo, sono escluse dal linguaggio nelle telecronache, hanno premi minori e nessuna garanzia. fare sport per una donna deve restare solo un passatempo

SPORT2 “Una donna che allena gli uomini? Solo una mossa pubblicitaria” di Michela Dell’Amico

Intervista a Carolina Morace su sport, professionismo, differenza di genere. XXD incontra l’allenatrice della nazionale canadese femminile

SPORT3 Volevo solo andare in bicicletta di Michela Dell’Amico

Faezeh Hashemi Rafsanjani è l’iraniana figlia dell’ayatollah che ha fondato la federazione dei paesi islamici per la solidarietà femminile nello sport che organizza le olimpiadi per sole donne.

VIOLENZA1 Lo stalker e l’ultimo appuntamento di Ornella Guzzetti

Il 15 e 16 settembre a Milano si sono incontrati rappresentanti di enti, associazioni e centri che lavorano sul conflitto e la violenza per discutere di stalking, maltrattamenti, abusi: strategie e modelli di intervento.

VIOLENZA2 Colpevole di essere donna di Marta Gallina

Le parole e i pensieri degli studenti della Statale di Milano sulla violenza sessuale: patologia o (eccesso di) normalità?

FEMMINILITÀ How to be a woman di Ava Jackson

Come essere una donna è una panoramica esilarante e spensierata sulle trappole che le donne contemporanee incontrano quotidianamente, dalla chirurgia plastica alla biancheria ultraridotta

RUBRICHE

DALLA CRUNA DELL’AGO di Michele Poli CI GIRANO LE OVAIE di Marta Gallina POST PORNO di Ilaria Bertozzi e Rachele Borghi LIBRI PERDUTI di Daniela Danna IN MEDIA STAT VIRTUS di Madame Corbeau NAVIGARE DA PIRATE di Laura Mango ISTANTANEE MUSICALI di Lucy Van Pelt SPACE INVADERS di Donasonica SESSO GLOBALE di Cristina Petrucci TRE CIVETTE di Alessia Muroni SESSO GLOBALE di Isabel UNA DONNA AL MESE

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Dormire sotto le stelle per solidarietà

La notte dei senza dimora è un evento ideato da Terre di Mezzo per raccogliere l’invito dell’ONU che ha indetto come giornata mondiale contro la povertà il 17 Ottobre.
Numerose associazioni invitano ogni anno la popolazione urbana a uno sleep out (una notte passata all’addiaccio), per vivere, anche se solo ‘per gioco’ la quotidianità dei senza dimora.
Quello che potrebbe apparire un happening goliardico ha, in realtà, lo scopo di informare la cittadinanza e avvicinarla alla condizione dei senza dimora, per scardinare pregiudizi e smentire stereotipi. Per sapere quando e dove si svolge la notte in ogni città, è possibile consultare il sito della manifestazione

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Contentezza per Mina e Marianna libere

Con la sentenza del Tribunale del riesame, giovedì scorso Nina e Marianna sono tornate finalmente libere.

Il laboratorio Sguardi sui Generis di Torino ha pubblicato l’audio dell’intervista a Nina realizzata dai microfoni di Interferenze e la poesia “a chiunque” di Marianna.

Vi invitiamo a leggere qui

 

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Per la scarcerazione di Nina e Marianna

Da venerdi 9 settembre Nina e Marianna sono in carcere, arrestate in Val di Susa (di fronte al “non cantiere” della TAV) con le solite ridicole accuse di “concorso morale” per gli episodi violenti durante gli assedi al cantiere di Chiomonte. Da anni fanno parte del Comitato NOTAV valsusino: Nina è infermiera e stava soccorrendo i feriti dell’ultimo scontro con la polizia.
Da La Stampa di oggi parole che si commentano da sole: “«Marianna Valenti deve rimanere in cella perché potrebbe reiterare il reato – la tesi della procura – tanto più che c’è un appuntato dei carabinieri che l’ha vista tirare i sassi contro le forze dell’ordine». Ma il suo legale, l’avvocato Marco Melano, ribadisce «la totale estraneità a qualsiasi episodio di violenza. La mia assistita è una pacifista che si trovava a Chiomonte solo per manifestare contro l’Alta velocità, non ha aggredito nessuno». Investigatori e inquirenti sono invece convinti del contrario. Idem per l’altra attivista No Tav. Nina Garberi non compare in video o foto in atteggiamenti violenti – tant’è che a lei è contestato solo il «concorso morale» – ma deve rispondere di lesioni dolose.
Un funzionario della polizia si è procurato una lesione al polpaccio mentre la stava rincorrendo: lei si è spostata di colpo e l’ha fatto cadere. Ma secondo l’avvocato Vitale nell’incidente non si ravvede «alcun dolo, neppure eventuale: la mia cliente non aveva certo l’intenzione di far cadere il funzionario di polizia mentre lui la inseguiva». […]
Tra i gravi indizi che devono mantenere in carcere le due No Tav per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale ci sono anche una sorta di kit di pronto soccorso, con Maalox per attenuare l’effetto dei lacrimogeni allo stomaco, una bottiglietta di succo di limone contro la nausea che potrebbe essere scatenata dai lacrimogeni, guanti da lavoro e maschere antigas.”

Se volete scrivere alle prigioniere: Elena (Nina) Garberi e Marianna Valenti
Casa Circondariale “Lorusso Cotugno” – Via Pianezza, 300 – 10151 Torino.
Inviate due cartoline distinte, altrimenti non verranno recapitate.

I NO TAV saranno alla marcia per la pace Perugia-Assisi.
Citiamo in oltre dal sito del comitato No Tav di Torino: “Solo per i primi due mesi, e senza che sia ancora installato il cantiere TAV, la militarizzazione della valle è costata ai contribuenti italiani 5 milioni e 400mila Euro (90.000 € al giorno, dato dei sindacati di polizia): quanto per decine di anni di costruzione?”

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Sesso globale: e tu dove glielo metteresti?

Italia: e tu dove glielo metteresti?
Questa la scritta sopra una ragazza in bikini su di un manifesto gigante apparso nelle strade di Bari. Non se ne può più di girare per le città ed essere bersagliate di manifesti sessisti, al nord come al sud. Sono mille i manifesti italiani finora denunciati come sessisti. Per aumentare i brividi nel leggere questo numero basti pensare che il dato è del solo
2010. Anche se l’articolo 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale recita: “la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose. Essa deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni e deve evitare ogni forma di discriminazione”. Evidentemente le donne non sono comprese. Continua a leggere

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La rivista di varia donnità è al numero 10!

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EDITORIALE – Sulla politica e ogni altra ingiustizia di Stefania Doglioli

CINEMA 1 – Un’abbuffata di cinema lesbico e non di Elisa Coco
Dal 22 al 25 settembre torna a Bologna Some Prefer Cake, il festival internazionale diretto da Luki Massa che propone film e documentari a tematica lesbica e femminista

CINEMA 2 – Il business dell’orgasmo femminile di Stefania Prandi
Intervista a Liz Canner, autrice e regista di Orgams inc, documentario che indaga sulle case farmaceutiche americane che speculano sull’orgasmo femminile e le sue presunte disfunzioni, in cartellone al “Some Prefer Cake” festival di Bologna

POSTPORNO – Un altro porno é possibile di Slavina
Alla Muestra Marrana di Barcellona tra madri, streghe e zombie: grande presenza italiana al festival postpornografico

ECOLOGIA – Le eco-guerriere cambiano il mondo di Michela Dell’Amico
Consumano meno e meglio, si impegnano di più. Sono le donne a prendere le redini del problema ambientale nel mondo, dall’eco-femminismo a oggi, come confermano recenti studi e ricerche

Libri perduti
La difesa di Shora di Michela Pagarini

La cruna dell’ago
Violenza e psicologia di Michele Poli

Ci girano le ovaie
Domande sulla rappresentanza politica delle donne di Laura Cima

In Media Stat Virtus
Del demone uterino, ancora (!)
di Madame Corbeau

Navigare da Pirate
Tom, Amina e le vere cyberattiviste di Laura Mango

Istantanee musicali
BeMyDelay – ToTheOtherSide di Lucy Van Pelt

Space Invaders
#7 di Donasonica

Le tre civette
Giovani sempre di Alessia Muroni

Sesso globale
(IT) (CN) (CR) (D) (USA) di Isabel

Una donna al mese

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BeMyDelay – ToTheOtherSide (2011)

di Lucy Van Pelt

Be My Delay non è altro che il nuovo progetto musicale solista dell’emiliana Marcella Ricciardi, un nome nuovo che viene però da un passato lontano, prima Con Massimo Volume, poi Franklin Delano e Blake e/e/e. Ciò che mi ha impressionato di più quando l’ho sentita suonare l’anno scorso al MEI di Faenza è stata vederla sul palco, con l’ausilio solo di un unico ottimo percussionista, usare le loop station, i delay, e altri effetti , ottenendo delle stratificazioni di suoni, che creavano delle atmosfere mistiche e a tratti acidissime. Tanto che mi sono chiesta: “Ma da dove diavolo viene questa qui? Perché non l’ho mai ascoltata prima?” Era come se mi avesse aperto e svelato un mondo completamente inesplorato. Un genere, il suo, che si potrebbe definire psycho-folk, o blues ipnotico, per un’artista che ha sempre amato anche in passato le atmosfere lisergiche. Con BeMyDelay questo aspetto è stato solo estremizzato. Il ToTheOtherSide che dà il titolo all’album è un luogo diverso per ognuno, un posto dove attraverso l’ausilio dei sette pezzi che lo compongono, si superano i propri limiti e si va oltre. Consiglio questo disco a chi si lamenta del fatto che nel nostro paese non si sperimenti abbastanza e che si rimanga ancorati a rime baciate e ritornelli orecchiabili. Non è sola Marcella Ricciardi, insieme a lei c’è un’altra giovane e brava musicista romana di nome Lili Refrain (da ascoltare il suo “9” uscito nel 2010) che ha avuto la voglia ed il coraggio di trascendere, per una buona volta, l’aspetto commerciale, a favore di una ricerca, che forse potrà non piacere a tutti dal primo ascolto, ma che ha un’idea chiara e precisa di esplorazione musicale che vuole essere portata avanti a tutti i costi. Le due si sono anche esibite insieme e non è difficile trovare qualche filmato su youtube. Le influenze di Marcella, possono partire da Nico dei Velvet Underground, passando attraverso i rimpianti Cocteau Twins di Elizabeth Fraser fino ad arrivare ai Valet del bellissimo Naked Acid. Be My Delay è prodotta dalla casa indipendente Boring Machines, che si pone chiaramente in difesa della musica noiosa, promuovendo artisti che lavorano su tematiche legate a malinconia e disagio, palesemente a favore della qualità e contro le dinamiche di mercato. Per ascoltare ToTheOtherSide e farvi un’idea, andate su Breakfast Jumpers, dove troverete anche la mia intervista a Marcella.

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